Chi non conosce il panino con la milza palermitano? E’ quasi un obbligo per il turista assaggiare almeno una volta il famossimo “pani ca meusa”, mentre per il palermitano è un rito da ripetere soprattutto nelle feste popolari come Il Festino. E per Palermo è un’icona identificativa della gastronomia locale e dello street food.
E’ d’uso mangiarlo no’ meusaru (la focacceria), la più famosa ed antica è la Focacceria San Francesco, situata nell’omonima piazza, nel centro storico della città. Elegante, in stile Liberty, ormai icona mondiale del tradizionale panino, risale al 1834 quando il cuoco di corte Nino Alaimo trasformò la cappella del palazzo San Francesco in focacceria.
Rinomatissima è pure quella di Porta Carbone, ambiente più popolare e spartano, ma frequentatissimo.
Ma per chi volesse cimentarsi a casa prepararlo è molto semplice, la difficoltà casomai è reperire le frattaglie se non si vive a Palermo.
Ingredienti:
Polmone
Milza
Trachea
1/2 kg. di sugna (strutto)
Pagnottelle palermitane col sesamo
Bollite in abbondante acqua salata la milza, il polmone e la trachea. Lasciateli raffreddare e tagliateli a fettine.
In una padella capiente o in un wok riscaldate la sugna, aggiungete le frattaglie in piccole quantità per riscaldatele. Devono essere ben calde ma senza friggere. Condite immediatamente i panini scolando bene le frattaglie. Chiudete il panino e schiacciatelo un po’ tra le mani per far uscire l’eccesso di strutto, serviteli ben caldi accompagnati da uno spicchio di limone, una spolverata di caciocavallo grattugiato a fili o ricotta fresca.
Il panino ideale è la classica vastidduzza, pagnottina tipica palermitana col cimino (sesamo), ma vanno bene anche i semprefreschi o le mafalde. L’importante che sia pane bianco morbido.
QUESTE RICETTE SONO MOLTO BELLE ANCHE PERCHE IO SONO UNA APPASSIONATA DI CUCINA E QUANDO VEDO DELLE RICETTE MI CI ACCANISCO SOPRA