Una leggenda che viene dalla notte dei tempi …
Già nella Bibbia si narra che Isacco offrì ad Abramo latte di capra misto a neve dicendogli “mangia e bevi: il sole è ardente e così puoi rinfrescarti”.
E per citare nomi storici, re Salomone, Alessandro Magno, Nerone erano grandi consumatori di bevande alla frutta condite con miele e mescolate con neve.
Alle corti dei Faraoni venivano serviti succhi di frutta in particolari coppe con due scomparti: in uno c’era il succo di frutta nell’altro della neve.
Romani, Greci, Musulmani consumavano bevande ghiacciate o miste a neve, ma pare che gli inventori del gelato siano stati addirittura i Cinesi che lo diffusero poi in Asia Minore e da qui giunse in Europa.
Con la caduta dell’Impero Romano e la mancanza di contatti con il Medio Oriente, in Europa si perse anche l’uso di consumare bevande ghiacciate. In Oriente, invece, le tecniche si diffondevano; un discepolo di Maometto congelava i succhi di frutta in recipienti immersi in ghiaccio tritato.
Furono gli Arabi ad introdurre in Sicilia la Sharbat (dolce neve), bevanda che ottenevano mescolando la neve dell’Etna al succo degli agrumi e zucchero.
Anche se in altre regioni il gelato fu importato dai Crociati che tornavano dalle Guerre Sante e da Marco Polo, la vera diffusione del gelato partì dalla Sicilia dove la fantasia dei gelatai si fonde con l’abbondanza dei frutti di questa terra ricca di sole, diventando una vera e propria arte.
La macchina per fare il gelato: una grande invenzione!
Anche la versione industriale del gelato ha le sue origini in Sicilia e vede in Francesco Procopio de’ Coltelli il suo ideatore. Con una macchina inventata dal nonno, Procopio, attraverso molteplici esperimenti, scoprì che sostituendo lo zucchero al miele e aggiungendo sale al ghiaccio si otteneva un prodotto di qualità superiore che si conservava più a lungo.
La sua invenzione lo portò fino a Parigi dove, nel 1686, fondò il Cafè Procope e ottenne da Luigi XIV la patente reale per produrre in esclusiva le sue creme gelate, acque gelate (le granite), fiori di cannella, fiori di cannella, frangipane, sorbetti e gelati che serviva accanto alle bevande esotiche (caffè, cioccolato) che provenivano da oltreoceano.
Divenuto ben presto luogo d’incontro mondano per letterati e illuministi, e frequentato anche nei secoli successivi da nomi illustri quali Voltaire, Napoleone, Balzac, Hugo, il Cafè Procope è giunto fino a noi in rue de l’Ancienne Comédie, trasformato, però, in ristorante.
La granita siciliana
Per una prima colazione leggera o uno spuntino, in estate il Palermitano ordina granita di caffè con panna e la tipica brioche palermitana.
Discendente diretta del sorbetto, la granita più tradizionale è ai gusti di limone, caffè, gelsi neri, gelsomino, ma la fantasia siciliana non ha limiti e così nascono le granite alla mandorla, alle fragole, alla cioccolata, ecc.
Nei secoli scorsi, le granite venivano consumate durante i lauti banchetti degli aristocratici per le loro proprietà digestive; oggi è tornata in auge questa pratica con il sorbetto a metà pasto.
Gelaterie e antichi chioschi
Nel periodo della Bella Epoque, al Foro Italico, lungo la passeggiata a mare, c’erano le gelaterie più eleganti dove nobili e nobildonne elegantemente incappellate, si fermavano per sorbire quelle delizie ristoratrici all’interno delle loro carrozze.
Ancora oggi, a Palermo, accanto ai moderni e lussuosi caffè, continuano a vivere gli antichi chioschi pieni di frutta fresca e bottiglie di sciroppi colorati, dove poter gustare le famose granite, i sorbetti e i gelati che tanta fama hanno dato alla Sicilia. Non mancavano gli ambulanti con i loro carrettini-tricicli che portando le loro specialità in ogni angolo della città, si facevano annunciare da una trombetta o un fischietto.
I tricicli sono stati sostituiti dai lambrettini, ma nei quartieri popolari ancora oggi si sente arrivare u gelataru annunciato, non più dagli squilli di tromba, ma da un frastornante motivo canoro.
Le specialità tradizionali
Oggi non vi sono più limiti alla fantasia dei gelatai nell’elaborare sempre nuovi gusti, ma in passato le specialità tradizionali palermitane erano scorsonera (gelsomino) e cannella, cassata siciliana (crema con pezzetti di frutta candita, melone, spongati di limone, cioccolato, fragola.
Nelle gelaterie venivano serviti in coppe elegantemente decorate, ma gli ambulanti offrivano cannistrini e sciallotte. Il primo era una sorta di cono tozzo mentre la sciallotta era costituita da due biscotti con il gelato in mezzo e si faceva in loco con un’apposita macchinetta. Oggi queste specialità sono scomparse lasciando il posto ai moderni cono e brioche.