Verso la metà del XV secolo, per sfuggire all’invasione turca nei Balcani, gruppi di Albanesi migrarono in Italia. I primi nuclei si stabilirono come coloni nel Molise e in Puglia. A loro furono concesse terre dal re di Napoli. La Chiesa aiuto’ la nascente comunita’ di immigrati purchè abbracciassero il cattolicesino di rito latino. Poi, nel 1448, giunse in Italia un condottiero albanese, Demetrio Reres, alla guida di un contingente di soldati albanesi chiamati al servizio di Alfonso I di Aragona, probabilmente per reprimere alcune rivolte contadine. Molti di questi militari si insediarono nell’Italia meriodionale, soprattutto in Calabria, altri, seguendo i figli di Reres, raggiunsero la Sicilia.
Prima soldati, poi contadini, amarono chiamarsi Arberesh per differenziarsi dagli Shqipetar rimasti in Albania. Gli insediamenti furono accettati senza xenofobia e la Chiesa decise che i nuovi arrivati mantenessero il rito orientale “greco”. Da qui la confusione, sul nome, tra greci ed albanesi registrata a Greci (nell’Avellinese) e nell’attuale Piana degli Albanesi (prov.di Palermo), che un tempo si chiamava Piana dei Greci.
Con il passare dei secoli, divennero pure commercianti e nel XVIII secolo la Chiesa cattolica istitui’ un collegio ecclesiastico e in permise sempre piu’ autonomia amministrativa e di culto. Grazie a queste concessioni, le comunita’ albanesi riuscirono a mantenere la loro identita’ culturale nella lingua e nella letteratura.
Nella cucina, invece, sebbene c’e’ chi ancora custodisce gelosamente e tramanda sapori imparati dalla nonna, non rimane traccia di una cucina tipica degli Albanesi d’Italia (tranne forse le foglie di vite ripiene di riso con uvetta e fritte).
Ma a Piana degli Albanesi c’e’ chi sostiene che e’ sicuramente una ghiottoneria collegata alla cultura gastronomica degli Arberesh: “u gelu i muluni” (il gelo di anguria). C’e’ chi dice invece che il gelo arrivi dal Maghreb, al tempo della dominazione araba in Sicilia. Negli ingredienti, in effetti, c’e’ un po’ d’Oriente: succo di anguria, zucchero, amido, cioccolato, zucca candita, pistacchi, cannella, gelsomino e vaniglia.
Qualunque sia l’origine e’ un dolce delizioso, fresco, che a Palermo viene tradizionalmente servito per la Festa dell’Assunta, il 15 agosto.
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